Quando i soldi vengono prima di tutto

mercoledì 15 febbraio 2017

Quando Carolina è venuta a vivere a casa nostra aveva poco più di un mese.

Raccolta dal ciglio della strada bagnata fradicia per via della pioggia incessante, in una fredda sera di maggio, si è da subito ambientata.




Trascorsi i primi giorni, durante i quali si nascondeva ovunque giocando spensierata, in un tardo pomeriggio ha iniziato ad avere comportamenti strani.

Alternava attimi di lucidità a momenti di assenza, girando in circolo su se stessa.

In quei momenti, nonostante provassi a chiamarla o a distrarla con i suoi giochi, lei non mi sentiva e non rispondeva ad alcun stimolo. I suoi occhi si muovevano come palline impazzite.

Quando si verificò la prima crisi, trovandomi da sola in casa con lei, agii subito mettendomi alla ricerca di un veterinario.

Su consiglio di un'amica decidemmo di portarla da una dottoressa molto brava, che avevo già contattato telefonicamente.

Il giorno in cui portammo Carolina alla prima visita, il nostro navigatore si bloccò all'improvviso. Nel guardarci intorno, vedemmo l'insegna di uno studio veterinario, al chè esclamammo "siamo arrivati! L'abbiamo trovato lo stesso, per fortuna!"

Nell'entrare ci accorgemmo che il medico non era una donna, ma bensì un uomo. Poco importava. Pensammo che la dottoressa con la quale avevo parlato fosse socia o qualcosa di simile. Alla fine quel che contava era che Carolina stesse bene.

Il dottore, definito come un medico molto bravo da una signora che attendeva il suo turno, la visitò in poco tempo e le diagnosticò una leggera otite.
" Fate questa cura per una settimana e poi ritornate per il vaccino"

Usciti da lì, avevo una sensazione strana. Avvertivo una sorta di "fastidio" perchè quel veterinario non aveva ascoltato una sola parola di quelle che avevo cercato di dirgli.

Iniziammo la cura con delle gocce. Due per orecchio, una volta al giorno.

Durante tutta la cura Carolina continuò ad avere le sue crisi, anche se sembravano essere più leggere rispetto al solito.



Al termine della cura, dopo qualche giorno, le crisi ricominciarono più intense e violente di prima. Di notte ci svegliavamo per i rumori provocati dalla sua testolina che sbatteva contro ogni cosa.

Ritornammo di corsa dal medico che questa volta mi ascoltò dicendomi addirittura " ma non poteva dirmele subito queste cose?"
Mi irritai al punto di dirgli " io l'altra volta le ho raccontato tutto, ma probabilmente non ha sentito".

Con faccia molto preoccupata ci disse " dovete assolutamente portarla da una neurologa. Vi dò il nome di una mia amica, è molto brava".
La chiamò davanti a noi, avendo cura di fissarci un appuntamento.

Dopo tre giorni portammo Carolina alla visita neurologica. La dottoressa si presentò come una donna molto fredda e distaccata. 
Passò un'ora al computer facendomi domande sulla storia della mamma di Carolina. Domande alle quali sinceramente non sapevo rispondere trattandosi di una gatta randagia che aveva partorito i suoi cuccioli, per puro caso, nel giardino dei miei genitori.

Guardò solo per un attimo Carolina, dicendo a Omar di tenerla ferma perchè aveva paura di essere graffiata. Ogni volta che Carolina si muoveva lei faceva un balzo all'indietro esclamando "la tenga ferma!!"

Avete presente quella sensazione di nervoso che dallo stomaco vi sale fino alla gola e vi porta a dire tutto quello che di peggio pensate in quel momento? Bene.  Non dissi nulla perchè purtroppo la mia educazione me lo impedì.

Come era possibile che un medico di grande fama non fosse in grado di tenere fermo uno scricciolo di quaranta giorni?
Alla fine non riuscendo a visitare Carolina, perchè per lei si dimenava troppo, si limitò a farle un video con il suo cellulare.

Quel giorno uscii in lacrime da quel maledetto studio. E sapete perchè? Perchè la neurologa ci disse che la nostra piccoletta aveva un problema celebrale e per capire di quale natura si trattasse avrebbero dovuto farle il prelievo del liquor. Questo  esame avrebbe potuto causare  la morte di Carolina, essendo molto invasivo.
Il famoso prelievo sarebbe consistito in un ago infilato nel suo minuscolo cranio.

La dottoressa ebbe molta cura nell'elencarci le strutture private con le quali lei collaborava, dicendoci che il costo dell'esame era di 600 euro + Iva
Inoltre ci vietò qualunque tipo di cura perché i medicinali sarebbero stati troppo aggressivi per lei.




Al momento della visita la nostra cucciola aveva quaranta giorni. Per eseguire l'esame avremmo dovuto attendere i sei mesi di vita. Aggiunse poi di non preoccuparci perchè avrebbe comunicato lei l'esito della visita al nostro veterinario.

Il giorno successivo ci recammo da lui e ci consigliò dei medicinali omeopatici in attesa del compimento del sesto mese.
Ci disse anche che molto probabilmente Carolina aveva contratto un virus dalla madre durante la gravidanza e questo nel corso del tempo ci avrebbe costretto a sopprimerla, aggiungendo che molto presto anche Lisa, la nostra seconda gattina, si sarebbe ammalata perchè Carolina avrebbe potuto contagiarla. Ci suggerì di darla via subito.
" non dovevate prenderla, così la condannerete alla stessa sorte"

Scoppiai a piangere. Avevamo cercato di togliere dalla strada due esserini per evitargli una vita di stenti e quelle parole mi fecero sentire terribilmente in colpa.

Il dottore si dimostrò molto premuroso.

Mi mise in mano cinque bustine di integratori per Carolina, facendocele ovviamente pagare.

Uscendo da quello studio, mentre mi asciugavo le lacrime, l'occhio mi cadde su una delle bustine che avevo in mano, precisamente sulla dicitura "vietata la vendita".

Da lì, nella mia testa, si azionarono una serie di meccanismi che quella notte non mi fecero dormire.
Nella mente continuavano a ripetersi domande come
"perchè prima di fare un esame così invasivo nessuno di questi dottori ha prescritto un antibiotico?"; "come fanno ad arrivare a delle conclusioni del genere senza neanche aver fatto un banale prelievo del sangue??"




Il giorno successivo portai Carolina, contro il parere di Omar, da un altro veterinario.
Lui ormai si era già rassegnato. Io no.

Sapete come è andata a finire?

Il nuovo veterinario, di soli 26 anni, mi prescrisse un antibiotico per dieci giorni.

Il prossimo mese Carolina compirà un anno.

E' una bella cicciottina che corre spensierata tutto il giorno per casa giocando con la sua amichetta Lisa.

Entrambe godono di ottima salute e sono delle grandi mangione.

Dopo poco tempo scoprimmo che quel giorno il navigatore ci aveva portato nel posto sbagliato.
Non era quello lo studio veterinario nel quale dovevamo andare.

Se ripenso alla sofferenza di quei momenti, causata dall'impotenza di poter salvare un esserino così piccolo mi viene una profonda tristezza.

Quando i soldi vengono prima di tutto, si possono rovinare e spezzare delle vite.

Quando i soldi vengono prima di tutto, portano le persone che hanno inizato il proprio lavoro per amore e passione ad agire in modo meschino e calcolatore.

Fidatevi sempre del vostro istinto, non sottovalutatelo mai.

Richiedete sempre un secondo parere.









2 commenti :

  1. È veramente vergognoso! Dovrebbero avere una vocazione per fare questo lavoro, altrimenti gli andrebbe revocata la licenza!Sei stata brava e coraggiosa tu a seguire il tuo istinto!

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    1. Inizialmente la passione c'è. Poi iniziano ad arrivare i primi guadagni, ed è li che tutto finisce. Purtroppo. Ciao Franci 😊

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